martedì 22 maggio 2012

Generazione Pietro Maso

Io penso che tutti i miei lettori conoscano Maso, però, visto che sono un cazzone didascalico e visto che questo post mi verrà fuori un pippone da chilo (per cui chi lo vorrà leggere si armi di pazienza), lo spiegherò lo stesso. Un ragazzotto veneto che, una sera, ha fatto fuori i suoi genitori perchè gli piacevano le belle scarpe, i suoi avevano la grana, per cui ha pensato di farsi dare l'eredità in anticipo. Mi sa che adesso dovrebbe essere uscito dal gabbione, ma questo non è importante, se non per lui stesso.

All'epoca erano usciti un sacco di saggi psicologici e sociologici e anche un fans club, tanto che, se fosse stato oggi, probabilmente sarebbe un idolo in facciadilibro.

Ho subito pensato a lui, sabato pomeriggio, mentre passeggavo con la Dolce Metà e la Piccolina per le starde di una città medio-grande del Nordest, nel momento in cui ho incrociato un gazebo della Lega con le bandiere sventolanti il Da Giussano e sotto la scritta "Bossi". Perchè la scritta "Bossi" mi ha fatto associare immediatamente la faccia del Trota, così, come un riflesso condizionato. Un padre costruisce in più di vent'anni un'impresa che raccoglie il 15% dei voti italioti, conquistando città, province e regioni e due ragazzotti riescono a distruggerlo in un paio di anni, quando è costretto dalla malattia (Cornica?) ad allentare la presa.

Però questa è la parte ludica, in fondo fa molto ridere la distruzione di un partito attraverso lauree albanesi, lingotti d'oro, mantenimenti per le ex mogli, gare di rally e paghette mensili.

La parte meno ludica la vedo a giorni alterni, quando vado a trattare affitti o vendite di capannoni o locazioni di negozi con persone di una certa età che stanno lavorando da una vita e ancora lavorano, accompagnati da figli a cui non interessa un fico secco di quello che è stato costruito, ma sono ansiosi di andare a prendere l'aperitivo prima delle 18.30. Mi trovo davanti gente che, a 40 anni, corre dietro, annoiandosi a morte, ai vecchi, che si sono spaccati la schiena a costruire il baraccone, ansiosi di andare a fare qualcosa d'altro appena questi girano lo sguardo. Vado in uffici in cui mi aspettano tizi dagli occhi particolarmente dilatati, che tanto hanno ereditato tutto dai genitori, per cui la coca non è uno stracazzo di problema, piuttostouna necessità. Andare a parlare con qualcuno di cose che è palese che non gliene puuò fregare meno di un cazzo è davvero frustrante. Andare a sbattere fuori da negozi o capannoni gente che non ha la minima idea di cosa ha (o non ha) combinato, distruggendo le aziende che i genitori avevano costruito con tanto sacrificio, mentre loro se la spassavano in discoteca millantando esami universitari mai nemmeno affrontati, è una situazione che ti attacca addosso una tristezza che è difficile da scrollarsi di dosso. Trovarsi a rimandare trattative perchè questi devono andare assolutamente a ritirare l'X6 a cui hanno fatto montare le nuove sospensioni sportive performanti ti lascia addosso una rabbia difficile da dissipare.

Poi guardi ai ballottaggi di lunedì e lì vedi la prima vittoria della mia generazione. E questo ti fa paura.

Ti fa paura perchè è la generazione NIMBY, è la generazione che non si batte più, come hanno fatto i nostri genitori, per il progresso, per la crescita. E' una generazione di stupidotti che crede nelle fesserie di un milionario in euro che era bollito già 20 anni fa. E' la generazione che vorrebbe che l'Italia si fermasse, una generazione che spera nella "lenta decrescita" come possibile futuro. E' una generazione talmente stupida da pensare che si debba limitare la libertà di acquisto in un supermercato con quello che per qualche testa di cazzo dovrebbe essere "il meglio" per la popolazione.     E' una generazione che pensa che le infrastrutture non debbano essere costruite, ma si debba restare nel proprio angolino a guadare l'erbetta crescere, scrivendo ogni tanto qualche cazzata su internet e comprando i libretti con dvd incorporato del tizio dai cappelletti strani che adesso tira le stoccatine a quel poveruomo con l'accento emiliano che non pensava fosse possibile che il Berluska facesse harahiri e adesso si trova a non sapere da che parte girarsi senza fare troppe cazzate. E' una generazione che ha dato troppe cose scontate, che pretende di mantenere quello che ha in eredità senza troppi sforzi, anzi, attraverso cazzate new age e presunti diritti ad essere irresponsabilmente cazzoni per tutta la vita.

Ok, i nostri vecchi hanno fatto un sacco di casini, ci hanno lasciato un debito pubblico mostruoso, però noi rischiamo di "uccidere" il sogno per cui loro hanno lottato e qui non è che dopo un tot di anni di carcere, poi, si esce...

5 commenti:

am ha detto...

a volte, Attila, non ti sopporto proprio,

ma a volte mi strappi le lacrime dal profondo.

magari è solo perché ho la febbre e la settimana è ancora lunga

Anonimo ha detto...

da veneta DOC, condivido in parte. Ho capito perfettamente chi sono i coglioni under 40 con la macchina figa e le scarpe Prada e nessuna idea nel cervello. Deprimenti, sono.

Del resto, é anche vero che i loro genitori spesso li hanno educati male. Hanno lavorato tanto, vero, per l'amore e la voglia di schei. Peró sono rimasti ignoranti come capre, poveracci dentro, e quando i schei sono arrivati loro sono stati ben felici di viziare i figli, che tanto avrebbero sicuramente lavorato nell'azienda di famiglia. Perché sbattersi se tutto é giá stato preparato?

Io non sono per nulla fiera della mentalitá 'lavoratrice' del nordest. Lavora, lavora, poi pero' sei un mezzi puttaniere razzista e coglione che non sa esprimersi se non sfoggiando la barca e le Tod's. E parlo di gente che ha 60 anni. Non dei figli.
Quel che intendo dire é che puó sempre capitare che ti cresca un figlio demente anche se tu sei una persona perbene. Solo che nel nordest molte volte anche i padri sono abbastanza cretini.


bixx

gundram ha detto...

Da varesotto figlio di un operatore ecologico posso solo dire.
Sento il martello pneumatio del mio neo-pensionato papà (della bassa padana, là il "Laurà" è una specie di divinità pagana), che lavora in cortile in questo momento. E io sono al computer.

Grazie, il link sui giovani disoccupati che ho sul desktop non funziona bene come la sintesi della situazione da te fatta mettendoci il cuore.

Vado a studiare per gli esami.

Grazie ancora.

Gundram

itto ogami ha detto...

tutto sommato, io sono ottimista. quando questi fighetti cominceranno ad avere fame, capiranno qualcosa.

Attila ha detto...

@am : Guarisci presto!

@ bixx : Io vedo molta gente che lo fa più per quello che ha costruito piuttosto che per i soldi, soprattutto arrivati a una certa età, mentre le capre che hanno come eredi pensano solo a mangiarsi tutto. Poi ci sono anche quelli che lo hanno sempre fatto per poter sfoggiare la Cayenne nella piazza del paesotto, ma, per fortuna, tra quelli che incontro, non sono la maggioranza.

@gundram : quando mio padre finirà di lavorare, mi sa che sarà pronto per "il grande salto"... il brutto è che sto cominciando a seguire anche io quello stile.

@itto : Sì, ma ho paura che ormai sarà troppo tardi per tutti...