mercoledì 17 febbraio 2010

In gita

Allora, visto che la scorsa settimana abbiamo parlato di gite scolastiche e che questa settimana una gita scolastica di una scuola francese è finita davvero male, continuiamo con il tema gite che tanto di Bertolaso o di San Remo non ho voglia di parlare e nemmeno di Rooney che rifila 3 pappini al Milan.

Torniamo ai primi anni '90, come avevo detto nel precedente post che non vado a linkare perchè sono pigro, per cui se qualcuno non lo ha letto se lo va a cercare, avevo fatto un casino della madonna perchè non volevano lasciarci andare a Parigi e vincevo nel mio proposito.

La fredda cronaca:

Ci sono un paio di miei compagnie di classe con cui avevo avuto storie da gita precedenti che mi tampinano, ma no, una volta è divertente, se si concede il bis si rischiano casini, per cui niet; calcoliamo che in quel periodo sono in mezzo ad una di quelle strane storielline stupidamente tragiche da adolescenti che alla fin fine sono cazzate, ma a quell'età sembrano le cose più importanti della vita. La faccio breve: all'ultimo giorno di permanenza a Parigi, dopo aver passato un sacco di discuteche a ballare u pippero u pippero, il cedolino è ancora a zero. La sera si va all'ennesima discoteca e, punto nell'orgoglio, scommetto una pizza con un'altra mia compagnia di classe che quella sera "mi faccio un'autoctona". Sto barando bassamente, ho visto una ragazzina con cui avevo parlato qualche sera prima in un'altra discoteca e, per questione di tempi sbagliati, non ero riuscito a concludere. Ma stasera sono determinato, non ci sono cazzi, vado alla grande. Finiamo a fare "cose non complete" in una specie di cubicolo esagonale (tipo cella di alveare, siamo sempre nei primi anni '90, quando gli architetti progettavano dicoteche sotto l'effetto dell'extasi e non della coca come adesso) nell'angolo più oscuro di tutto il locale e alla fine, riesco a portare in trofeo le mutande della tizia. Sono tranquillo, non ho espletato l'atto per cui l'HIV potrebbe essere trasmesso; insomma il colore viola (qualcuno si ricorda di quella pubblicità? E se qualcuno si ricorda, farà anche a lui impressione che quelli del NoB Day si facciano chiamare il popolo viola, o no?) non è un problema per quelsta sera anche se non ho comprato i migliori amici dell'uomo che non abbaiano (i preservativi, che credevate?). Di ritorno in albergo alle 4, dopo aver litigato con metà di quei cazzoni di tassisti francesi perchè mi azzardavio a parlare inglese/tedesco/spagnolo/italiano per farci riportare indietro e non la loro lingua del cazzo, un'altra compagnia di classe (ne avevo 20, scusate se è poco) si accorge che la mia camicia bianca sta arrossandosi sul fianco destro. Alzo repentinamente il lembo e, cazzocazzocazzo, ci sono i segni sanguinolenti di 4 unghie sulle mie carni (non molli, ma toniche come sempre). Per quella notte non dormo, ma resto sveglio, seduto sul pavimento di una camera a caso (mentre il mio compagno di stanza si sta strombacchiando la più figa della classe, sogno proibito di qualsiasi essere mortale di sesso maschile di gusti eterosessuali nel giro di 20 km dall'Azure River, iperfidanzata praticamente da quando era in fasce, n.d.r.) a leggere la posta dei giornali femminili (ricordo perfettamente 2 lettere, una di una tizia che doveva essere talmente figa che qualsiasi essere vivente voleva ingropparsi di entrambi i sessi e lei non diceva quasi mai di no, l'altra di una tizia che era talmente cozza che nemmeno se gliela passava davanti ad un ergastolano alla prima uscita premio dopo 20 anni di carcere l'avrebbe accettata, sono letture che segnano) immaginandomi la mia vita con l'alone viola intorno, a pensare con cosa si potesse abbinare (no, scherzo non ero così cinico, dai). Anche il viaggio di ritorno è stato insonne, calcolando quanto tempo poteva avere di incubazione e cazzi e mazzi.

L'epilogo lo abbiamo circa 6 mesi dopo, quando sono costretto (questa è un'altra storia che prima o poi racconterò) a fare la prova dell'HIV e, cagandomi addosso, scopro di essere negativo.

10 commenti:

essere disgustoso* ha detto...

la pubblicità sull'aids era forte ma poco efficace: da piccolo credevo che nessuno avesse l'aids perchè sprovvisto di contorno viola.

SCIUSCIA ha detto...

ed*, ammetti di averla copiata ad "Anni '90". SUBITO.


Quanto al post, cazzo che voglia di raccontare una gita *_* .

Attila ha detto...

@ ED: All'epoca l'AIDS era preso in forte considerazione dagli adolescentti e il viola non era proprio il colore del momento. Diciamo che era un bello ostacolo nell'apertura delle gambe delle giovincelle dell'epoca e un bello spauracchio per i giovini (non necessariamente drogati e omosessuali) dal testosterone aitante.

@ Suscia: alle volte mi sento come i protagonisti della canzone di B. Springsteen Glory Days che quando è uscito Born in the USA nemmeno mi piaceva... adesso, ogni volta che mi metto a pensare a 20 anni fa (20 anni cazzo, 20 anni, cazzo, merda 20 anni) parte in automatico dentro al cervelletto (beh, almeno tiene compagnia all'unico neurone).

SCIUSCIA ha detto...

Per me sono solo 10.

Comunque, siccome non c'entra niente, ti ho linkato. Ma cerca di non deludermi, eh, ragazzo, ho scommesso molto su di te.

essere disgustoso* ha detto...

@attila
un po' come il dipietrismo oggi, insomma...
ah, è ufficiale: anche il tuo captcha o come cazzo di scrive è stato posseduto: parola d'ordine "prids". e adesso mi è venuta voglia di andare al gay praids.

@sciuscia
non so a cosa ti riferisci con "anni '90" (una trasmissione?) ma il mio commento non era affatto una battuta: i miei parenti ancora mi prendono per il culo a causa di quello spot e delle mie conclusioni fanciullesche.

SCIUSCIA ha detto...

Nulla di ché, ed*. Nel noto capolavoro cinematografico "anni '90" uno faceva la tua stessa battuta.

Attila ha detto...

@ Sciuscia: intanto grazie del link, ma soprattutto grazie del "ragazzo" che, mi fa sentire più gggiovane e quando superi i 35, cvominci a capire che è importante.

Per quanto riguarda la delusione, prova a chiedere alla Dolce Metà: mai restata delusa dalle prestazioni di Attila... no, vabbè dai, quella volta faceva freddo... no, quella non si conta, ero uscito con le ossa a pezzi da una gara di triathlon... no, ma dai, vuoi mettere anche la volta in cui ero sbronzo... non accetto la volta in cui si è scoperto che avevo più di 38 di febbre...

Vabbè, dai, ci siamo capiti... meglio che smetto qui che sto facendo uno di quei figuroni...

essere disgustoso* ha detto...

sono andato a vedere su wikipedia. un film con de sica e roncato non può essere classificato come capolavoro.
no.
ho detto no.
e il fatto che ci siano battute identiche a quello che pensavo da piccolo lo dimostra. come dimostra che non possedevo il minimo senso dell'umorismo.
e adesso vado all'angolino a vergognarmi.

SCIUSCIA ha detto...

Ehi, scherzavo!

dizaon ha detto...

Noi autotocne siamo tremende, ti è andato bene va...